martedì 14 aprile 2015

Non lo so dire


Non lo so dire, se fossi qui, che farei. Non lo so immaginare, se fossi qui, che direi. E forse sai bene che, se fossi qui, potrei non fare o dire niente, eppure capiresti che sono felice.

Un milione di volte


Tieni, prendi la mia mano, sono passato di qui un milione di volte e ho segnato con lo sguardo i passi che avresti posato accanto ai miei, se fossi stata qui. Ascolta, sono tutti rumori che ho sentito fino alla noia, posso descriverli, uno per uno, un attimo prima che li senta anche tu. Ho immaginato le tue parole strambe e magiche che mi chiedevano cosa fosse quel verso, oppure quel sibilo sopra l'erba bagnata, o quel rotolare sordo lungo la valle, apparentemente molto lontano. Ho qui una risposta per tutto. Chiedimi, parla, ridi, allontanati ma non troppo, lascia che non abbia importanza il tempo che passa. Tieni, prendi la mia mano, sono passato di qui un milione di volte ed ero già lontano al punto di poter pronunciare il tuo nome e sentirti rispondere il mio.

Quando due persone si amano


Quando due persone si amano, lo sa chiunque. Lo sanno loro e tutte le cose che incontrano per caso. Quando due persone si amano, lo sanno gli appartamenti sfitti nelle periferie lontane, le persiane abbassate perché d'estate la luce arriva troppo presto, gli estranei che resteranno tali per sempre, tutti stretti dentro questa parola, estranei. Quando due persone si amano, lo sa la carta che una volta sarebbe servita per dirselo e oggi se ne resta chiusa in una scatola di cartone, lo sa il telefono che squilla e nessuno risponde, la notte che dura sempre troppo e il giorno che finisce troppo presto, la portiera dell'auto mentre qualcuno ci si appoggia, la pelle che spera sempre di poterne toccare altra. Quando due persone si amano, lo sanno i paesini di montagna e le spiagge lunghissime dei lidi che vivono solo d'estate. Lo sanno i cuscini, le coperte, le lenzuola e persino il soffitto che vive ogni storia d'amore come fosse la sua. Quando due persone si amano, lo sanno che non è vero.

Un dosso


È come quando qualcuno guida e tu siedi dietro, lungo la strada placidamente arrotolata intorno alle ruote dell'auto, a un certo punto un dosso, un dosso morbido ma prepotente. Quel vuoto può essere un piccolo piacere, una carezza al basso ventre, un sorriso che non riesci a trattenere. Poi passa. Ma può essere, quel dosso, anche un buco, un buco grosso così. Un buco che se ti ci affacci, cadi dentro senza sapere se e quando arriverai da qualche parte. Ecco cosa sono il dubbio, l'egoismo, la cattiveria involontaria, i vizi: un pozzo nerissimo che sta dentro ciascuno. Quel buco terribile ha la forma e la dimensione della persona che desideri, quella della persona che non ti vuole davvero, ma non sa lasciarti andare.